L’analisi comparativa che segue ci consentirà di schematizzare le differenze esistenti fra una apparecchiatura a luce pulsata (IPL) ed uno a tecnologia LASER, evidenziando in forma palese
I vantaggi di quest’ultimo rispetto al primo. La premessa è quella che se nel caso delle Luci Pulsate i progettisti sono dovuti intervenire sui manipoli, sulle lampade e, soprattutto sulla eliminazione delle lunghezze d’onda non necessarie, e spesso dannose, rispetto alla funzione che si intende svolgere (foto termolisi selettiva), con una apparecchiatura Laser queste problematiche non sono presenti, grazie alla natura “intrinseca “ del laser stesso.
- Nel laser NON è necessario alimentare la fonte di emissione fotonica con energie elevate per garantire risultati apprezzabili. La luce laser, come già affermato, consente di CONCENTRARE grandi energie in piccole aree (ALTA DENSITA’ ENERGETICA).
- Nel laser NON è necessario utilizzare geometrie particolari per evitare la “dispersione” nello spazio della radiazione luminosa. La luce laser viaggia “unidirezionalmente” all’infinito (prima di incontrare il suo target/bersaglio).
- Nel laser NON serve usare FILTRI di “taglio” per colpire il ns. bersaglio (cromoforo). La luce laser è monocromatica e quindi ogni particolare lunghezza d’onda (COLORE) viene assorbito da una particolare sostanza (SELETTIVITA’)
Entrando un po’ più specificamente nella parte operativa, andranno schematizzate 3 grandi aree di intervento rispetto alle quali sono particolarmente evidenti le differenze fra le due tipologie di apparecchiature :
FILTRI-POTENZE-TEMPI
FILTRI:
Nella IPL , tutte le lunghezze d’onda fra 590 e 1200 nm sono “buone” per ottenere una buona foto-epilazione. Dunque i filtri utilizzati per schermare/escludere tutte le altre lunghezze d’onda dovrebbero risultare idonei alla causa. Vi è solo un “piccolo” particolare su cui fare una considerazione. Quanto appena espresso si determina solo, o soprattutto, in presenza della condizione ideale, ovvero quella di pelo scuro (con tanta melanina a fare da cromoforo) e pelle molto chiara a fare da contrasto. Peccato che questa condizione “ideale” si presenti solo poche volte. Ciò determina una “imperfezione” del sistema di filtraggio, il quale, una volta stabilito dal produttore, scherma troppo le emissioni di raggio fotonico per alcune tipologie di pelo, e troppo poco altri tipi.
Nel caso del laser questo problema NON si pone. I filtri ottici NON sono necessari poiché la scelta della destinazione d’uso è fatta dal produttore in fase di progettazione. Si sceglie il tipo di cromoforo che si dovrà colpire e, in elazione a quello, si sceglie la lunghezza d’onda (unica) e la percentuale di assorbimento più adatta a quello. Nel caso dei diodi semiconduttori (il ns. laser), oltre alla fonte intrinseca, si sceglierà la percentuale di atomi aggiuntivi con cui effettuare il “drogaggio”.
POTENZA :
Dicevamo che nel caso di una IPL i condensatori devono accumulare energia per determinare il “flash” luminoso. Il gas presente nella lampada, infatti, va ionizzato e perché ciò accada c’è necessità che venga erogata una certa quantità di energia. Ma solo una parte di quest’ultima può essere trasformata in energia luminosa. L’altra, spesso più della metà, si trasforma in calore, con elevata possibilità di danneggiamento della componentistica elettronica ed ottica della apparecchiatura. Motivo per il quale le potenze erogabili vanno sempre contenute e controllate.
Con un dispositivo laser NON sono necessarie potenze e quindi energie elevatissime per alimentare la sorgente luminosa. NON vi è, pertanto, dispersione di energia ed è più facile gestire il sistema delle temperature. Quasi tutta l’energia elettrica erogata si trasforma in energia luminosa e pochissima energia termica (calore), dunque il surriscaldamento termico diventa estremamente più accettabile ed è possibile trattare a lungo la stessa zona evitando sensazioni sgradite o addirittura insopportabili da parte di chi si sottopone al trattamento.
TEMPI :
Si era detto in precedenza del TRT, il Tempo di Rilassamento Termico dei Tessuti, con riferimento al bulbo pilifero. Ben sappiamo, in realtà, che un risultato apprezzabile in termini di foto-epilazione deve passare attraverso l’interessamento non solo del bulbo pilifero ma di tutto il suo sistema di alimentazione. Intendiamo con questo termine tutta quella rete di “capillari” che alimentano, appunto, il percorso di crescita, a partire dalla “papilla germinativa “ fino ad arrivare alla sommità del follicolo pilifero. Ribadendo il concetto che in un trattamento di foto-epilazione, l’azione di “successo” deve determinarsi attraverso la “foto-coagulazione” dei vasi sanguigni che irrorano l’intero percorso in cui il pelo nasce, cresce e si fortifica, perché l’apparecchiatura scelta svolga al meglio il proprio compito andranno tenuti in elevata